Questo racconto è il primo episodio di "Le confessioni di Non Giovanni"
<3 – Chi è che non ha mai preso un pisello in bocca, dai?– , e lo diceva con occhi lunghi ed ammiccanti, un sorriso misurato, entrambe le mani a raccogliere dal bancone sei o sette bicchieri di mezcal. In quel momento avrei potuto anche contraddirlo, che una o due persone che un cazzo in bocca non se lo sono mai menato, insomma, le conoscevo pure. Non l'ho fatto, non ho detto niente fuorché: – Aspetta che ti aiuto con quei bicchieri!.
Ho conosciuto @tuYyo così, in un bar pettinato di Roma Norte, insieme ad un gruppetto di altri profili messicani conosciti qua e là, in algoritmi arzigogolati e pittoreschi, un collage di facce che erano peggio di un Picasso.
C’era #roxy, seduta di fianco allo sgabello vuoto che stava aspettando il culo gelido di @tuYyo. #roxy, messicana tutta incipriata, era stata pagata per non parlare, starsene muta nel suo baby-doll bianco perlato con lacci stretti stretti, a godere di vibrazioni anali telecomandate da @tuYyo o da chiunque @tuYyo decidesse. In quel momento, al bar con #roxy, seduta davanti a me, ero ignaro di quella precisa situazione già sessuale, e l’avrei scoperta solamente più tardi, a notte inoltrata, nella stanza di @tuYyo.
Poi, c’era ovviamente @cose.buone.ma.poche seduto a fianco a #roxy che mi era scappato pure con lui di quella cena e così si era quasi autoinvitato; ogni tanto @cose.buone.ma.poche si abbracciava #roxy, e se la cullava in abbracci affettuosi, spupazzandosela di qua e di là. Parlava uno spagnolo arrangiatissimo, forse peggiore anche del mio, ma non aveva freni. Era tutto un tutto un guapa di qua, e un guapa di là. Ebbi l’impressione che ci stesse provando, che volesse dedicarsi lui al piacere anale di #roxy, anche se @cose.buone.ma.poche me lo ricordavo un gayboy vero e finito. In quel cinema padano, con le mani vizze dall’acqua salata dei lupini, mi fece una sega a diritto, senza mai fermarsi e senza mai distogliere lo sguardo dallo schermo; poi, una volta che lo avvertì che stavo per finire, prese tutta la sborra a conca sulla mano e là ingoiò in un sospiro. Ma vabbè, pensai di farmi gli affari miei e di non ficcare il naso negli affari di @cose.buone.ma.buone e tornare su @tuYyo, sul suo sguardo da vampiro.
XXX
La casa di @tuYyo era davvero all’opposto di come me la ero immaginata per tutta la cena liquida. Dopo un piccolo ingresso, con una palma gigante che arrivava al soffitto, si entrava da una porta bianca senza sticker o intagli sugli stipiti. Una volta all’interno, quello che mi stupì fu la grande finestra che buttava la luce della luna dentro la stanza, ed illuminava intransigente il puff in fondo al letto dove #roxy si buttò a capofitto, rimanendo a culo in aria e mostrando, agli occhi più attenti quali quelli di @tuYyo e pure i miei sinceramente, quel che avanzava del dildo elettrico-digitale che si era tenuta arrapatissima dentro il buco del culo tutta la sera. Qua scoprii le smorfie durante la serata, e perché era stata muta come un pesce tutto quel tempo.
“Tu mettiti su quella sedia là”, mi disse indicando una sedia che notai non appena Nongiovanni accese la luce soffusa rosso scarlatto andante viola pesto (direi amaranto?)
“Tu mettiti là, y tu carino, tu sabes que hacer!” Io obbedii senza accorgermene, anche perché le parole di Nongiovanni erano autorevoli e non lasciavano modo di disobbedire. roxy99 andò in bagno e la sentii trafficare per un bel po’, non riuscendo a capire che cosa stesse combinando.
“Dove cazzo sono i miei guanti,” Nongiovanni si guardava intorno ossessivo, buttando all’aria qualsiasi cosa gli passasse davanti, “dove cazzo sono finiti?”.
Quando leccò la cartina notai il colore della sua lingua, colore del fegato animale nel banco delle carni al supermercato, cupo, pieno di sangue e succo.
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