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28 ottobre 2022, Londra

  • Immagine del redattore: Alberto Eugenio Liboni
    Alberto Eugenio Liboni
  • 30 ago 2024
  • Tempo di lettura: 1 min

Non ho mai detto troppi addii, non sono una persona degli addii, e anche quando mi prende quel momento e vorrei chiudere il portone, ecco che inevitabilmente lo lascio socchiuso, per poi, per poi ritrovarmici. Non ho mai detto troppo addii, non sono una persona degli addii, ed ora che mi ci trovo, ora che sono costretto, sento i muscoli intirizzirsi, gli occhi gonfiarsi, la voce perdere colore, e tutto, tutto, mi pare surreale, e corro a riaprire quella porta socchiusa, mi agito quando la chiave ormai non c’è più, ed ora che mi ci trovo, ora che sono costretto, provo a dire quell’addio ripensando a cose banali, al brodino al pomodoro con le stelline o al

bordatino alla pisana, agli aquiloni di carta velina, al cavallo e alle bombe, alle tortorine sul balcone, e quelle cose banali, quei ricordi insignificanti vorrei che tramutassero quel portone pesante in una bella finestra traslucida, con luce e colori accesi, e che quella finestra, seppure chiusa, apra a immagini perenni, senza suoni, una televisione sulla tua vita, e che renda sempre e per sempre l’addio in un arrivederci, solo un arrivederci.


Arrivederci.

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